10 aprile 2007

beota


ho sete e bevo.
ho fame e mangio.
ho sonno e dormo, finché mi annoio disteso e mi alzo nel buio.

ho dolore e mi curo.
ho piacere e sorrido.
ho freddo e mi copro, finché mi sento pesante e mi lascio respirare.

così ragiona chi non deve rispondere a regole.
chi cammina perché non sa dove andare, e si ferma perché non ha trovato una meta.
chi pensa che tutto sia niente.
chi non distoglie lo sguardo di fronte ad un viso straniero.

chi continua a taffiare, finché il piatto è finito, lasciando l'ospite senza un pezzo di pane.

c'era un uomo che si comportava così.
si è trovato da solo, vestito di un sorriso beota e di una cravatta macchiata, nel mezzo di un campo lasciato marcire.
si sentiva pieno di cibo e stanco di cammino.

intorno a lui, solo il vuoto di un palco di fronte al pubblico assente e distratto.

04 aprile 2007

aria

uscì nella notte con un progetto in testa.
alzandosi il bavero per ripararsi dal freddo, camminava quasi saltellando per le strade larghe ed illuminate della capitale dell'impero.
saltellava a ritmo dei pensieri che si accavallavano e si incastravano nella giusta misura.

raggiunse il letto straniero dopo aver bevuto in maniera scientifica per molte ore di seguito.

pensò di buttare per iscritto quanto aveva ben chiaro nella mente.
rinunciò all'evidenza del sonno.

inseguire una nuvola può portare lontano.
capire perché si inseguono le nuvole fa poi rimanere con i piedi per terra.

a volte è solo un problema di mancanza d'aria.