20 settembre 2006

note

la goccia di pioggia sul parabrezza guarda all'interno dell'abitacolo.
si trova in alto, al riparo dai due bracci metallici che spazzano angoli ottusi.
vede un viso incantato, che guarda avanti con espressione assente.
cerca di capire i suoi pensieri.
attorno è grigio grigio, senza gradazione alcuna.
il viso muove la bocca. canticchia note stonate che la goccia non sente.
un'altra goccia cade di fianco alla prima e si fonde insieme formando una supergoccia.
il peso la fa scivolare verso il braccio metallico che la sfiora e la dilegua.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

l'amore é quanto più prossimo alla psicosi, recita la scritta. Patrick Mc. Grath, credo. vuol dire che non siete mai stati in basilicata, penso. perso il volo - futili ragioni che non sto qui a spiegare - pioggia battente nel traffico lombrico. attraversare sotto tono paesi con nomi di santi e calciatori, l'odore di nuovo della tappezzeria dell'auto presa a noleggio. darei due parenti acquisiti per una sigaretta, adesso, mentre cerco di regolare la velocità del tergicristallo. buche e dossi e asfalto sgretolato, le curve sinusoidi di colline nude, un oceano di mammelle in successione. lungo la tangenziale mi accolgono finalmente due cartelli. benvenuti a Potenza. Ristorante Rosen Garden. neanche fossimo in sud tirolo. visto che sono in ritardo, non ho dormito e mi hanno rubato tutti i miei averi, me la prendo comoda. quattro frecce sotto alla pioggia, a guardare dal cavalcavia. dicono che laggiù in fondo, da qualche parte ci sia il camerun e lassù, dalla parte opposta, la groenlandia. cenere bagnata sulla cravatta.

giovedì 28 settembre 2006 alle ore 11:36:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

Che bello, Paolo.
A me succede sulle guance, ora.

giovedì 28 settembre 2006 alle ore 16:10:00 CEST  

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