30 agosto 2006

telemetro


le pagine sono spesse, la carta è fotografica di qualità.
piccole foto incorniciate da un bordo nero, finestrelle sul mondo desaturato.

è un grosso libro, voyages di depardon. in copertina, il fotografo in trasparenza mostra un occhio libero, mentre l'altro è nascosto dal telemetro della sua leica perfetta.

doppia immagine, fuoco sovrapposto.

africa, new york, deserto, cina, venezia.
le voyage amoreux. una giovane donna, prona sul letto ingombro di fogli, guarda con occhio a fessura una vecchia tv accesa.
il bianco e nero è profondo nel tempo. racconta spostamenti, curiosa nelle menti ritratte in posa, calpesta pietre e sabbia.
caldo in gradazione di grigio che si sofferma sulla beirut del 1991. o sul ciglio della strada, nebulizzando l'infinito al di là.
non so perché l'ho preso in mano, questo bel mattone che avevo regalato una volta e che ho ritrovato per me solo dopo molti anni.
è notte, piovono gocce d'autunno come solo d'estate è possibile.
la pioggia chiama le immagini.
ho spento l'auto e il tergicristallo si è fermato a metà.

7 Comments:

Blogger tittielameraviglia said...

complicato.deliziosamente complicato.

sabato 2 settembre 2006 alle ore 18:40:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

ieri ascoltavo the dark side of the moon, guidando controsole, un tantino sovraesposto. nemmeno per contrappasso sarei riuscito ad immaginare gocce di pioggia e tergicristalli in danza. a volte ho la sensazione che sia solo questione di quanto uno apra o chiuda diaframmi e rido delle fotografie in posa. solo un idiota potrebbe pensare che una fotografia - una bella fotografia -sia semplice effetto di luce su pellicola. sarebbe come dire che ubriacarsi é pura questione di pagare cifre baudelaireiane segnate su scontrini monotematici da conservare appallotolati nelle tasche di cappotti lisi.

lunedì 4 settembre 2006 alle ore 12:02:00 CEST  
Blogger Paolo said...

già, in effetti ci si può tranquillamente ubriacare pagando zero e andando a zonzo per le cantine della valle della loira assaggiando vini e promettendo che entro sera si sarebbe tornati ad acquistare baudelaireiane quantità di bottiglie.

martedì 12 settembre 2006 alle ore 14:48:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

ovviamente seguendo traiettorie sinusoidi e con gran profusione di pneumatici consumati su ghiaini bretoni...il tutto con bellica contrizione, naturalmente

giovedì 14 settembre 2006 alle ore 11:30:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

Paolo, non mi hai detto se sei andato nel "mio" localino di Brest...
e se esiste ancora

sabato 16 settembre 2006 alle ore 23:31:00 CEST  
Blogger Paolo said...

ciao e benvenuta a 'casa' mia... (!)
sono desolato, ma brest l'abbiamo saltata. era una mattina di grigiume, volevamo arrivare a point du raz in giornata ma eravamo ancora dalle parti di roscoff. le guide che avevo non parlavano immensamente bene di brest. avrei voluto anche fare la gita all'isola di ouessant (sempre consigliata da te), ma già mi immaginavo il cargo-navetta pieno di anziani inglesi... era un periodo in cui sembrava che in bretagna ci fosse il congresso mondiale di vecchiume...
ma sicuramente conto di tornarci asap (come si scriverebbe nelle nostre rispettive aziende), magari avec una guida d'eccezione...

ps. la prossima volta identificati come "Altro": potrei scrivere il tuo nome e mettere il link al tuo blog. L'ho realizzato ora...!

domenica 17 settembre 2006 alle ore 10:45:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

Bisogna assolutamente recuperare Brest!!
Prenota qualche giorno di ferie!

lunedì 18 settembre 2006 alle ore 09:40:00 CEST  

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