23 agosto 2006

lait

travi di legno massiccio, grezzo. mattoni a vista d'occhio, occhi aperti tra veneziane d'argento.
è l'interno della dimora, si cammina scalzi, come creanza norvegese tramanda da epoche vichinghe.
il motivo è sempre quello, ripetuto ogni volta in risposta a richieste di spiegazioni ridondanti: fuori c'è fango, è bagnato, pochi anni durerebbe il legno del pavimento senza marcire.

l'impatto con la città è sempre lo stesso, fin da dentro l'aereo che mi vola fin qui dopo aver oltrepassato rotoloni grigi in salsa olandese.
le prime domande retoriche del vicino di posto, sei qui per l'oil bisness? no. e che ci vieni a fare se il petrolio non è nelle tue corde?
il sorriso è idiota, al pari di quello della biondina di dietro, che si vanta di non bere mai vino. al massimo una coca-lait, mi dice con voce da schiaffi.

l'aria è fresca, ma meno di quello che la latitudine insegna, in taxi si sudano umori di boeing.
l'autista è curdo-iracheno, molto loquace in inglese stentato. i suoi occhi si muovono veloci, mentre mi domanda del lavoro in italia.
gli faccio gli auguri, giunti a destino. la mia mano gli si posa sulla spalla, voglio essere sincero con chi si trova in esistenza randagia.
mi ringrazia in arabo, shukran, e accenna all'inchino con gli occhi bagnati.

il contrasto è evidente con quanto c'è in centro. settimana di tuttoesaurito, la conferenza del petrolio attira gli orsi al lago di miele.
attenzione attenzione, si decide del brent. si fanno gli accordi per scavare di più.
l'oceano si abbassa, con tutti 'sti buchi, con 'ste piattaforme dalle gambe sottili di zanzare sul pelago.
succhiano il sangue, nero di morte, motore del mondo che caotico fuma.

8 Comments:

Blogger tittielameraviglia said...

Pregevole: un uomo che descrive posti e viaggi senza sottolinearlo con occhi staticamente descrittivi (cosa che non mi fà amare Hemimgway con tutto il rispetto per carità..adesso qualcosa mi dice che sarò ancora lapidata ma pazienza)ma con calore e magia come se stesse in realtà fotografando ma elaborando per far sentire odori colori, senso e non senso di quello che vedi traslato in quello che vivi.Sei un ingegnere fuorilegge:creativamente e magistralmente fuorilegge.

mercoledì 23 agosto 2006 alle ore 17:37:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

grazie tiziana.
credo che fotografare con le parole sia un ottimo esercizio di stile, ma che alla fine rischia di annoiare il lettore.
la fotografia fotografa (e lo fa da dio, quasi fosse il suo mestiere).
le parole, invece, parlano.

[scusa la banalità, ma stamattina ho un forte mal di testa saldamente installato nel lobo occipitale destro... e il caffè norvegese non fa alcun effetto...]

giovedì 24 agosto 2006 alle ore 09:36:00 CEST  
Blogger tittielameraviglia said...

non è una banalità ,infatti se si limita a fotografare con loro si resta fermi al piano terra,se si sali il gradino e si elabora con la linfa di noi stessi si supera il loro limite e nulla si toglie all'arte della fotografia:sono reguine entrambe,regine pacifeche che ogni tanto passeggiano nel regno dell'altra,senza nulla togliere o usurpare della loro integrità.

giovedì 24 agosto 2006 alle ore 18:29:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

"...motore del mondo che caotico fuma"
si potrebbe dire lo stesso della marijuana.
Sarebbe addirittura molto meglio poterlo dire.
Per molti, ma non per Dupont.

venerdì 25 agosto 2006 alle ore 16:52:00 CEST  
Blogger tittielameraviglia said...

A Dario:o forse le parole sono il fumo del mondo.

venerdì 25 agosto 2006 alle ore 17:29:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

Vedere le parole come fumo del mondo suona come un'immagine poetica e personale. Che un po' mi piace. Un po' no.
Per lo meno nel contesto di Paolo.
Invece la marijuana come "motore del mondo che caotico fuma" potrebbe essere realtà.
La canapa potrebbe essere davvero il motore del mondo. Come comustibile.
E il mondo fuma. In tutti i sensi.

lunedì 28 agosto 2006 alle ore 11:06:00 CEST  
Blogger tittielameraviglia said...

A Dario:Non lo sò,io dico che il mondo ha un motore più difficilmete governabile:non si smercia,non lo compri,non lo scambi,non lo tocchi,non lo sradichi:e' l'irrazionalità dell'essere umano.Immagine sempre molto personale..poco poetica,immagino non condivisa,ma personale.
Un amico comune mi ha parlato del tuo libro.Lo leggerò.

lunedì 28 agosto 2006 alle ore 21:46:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

Non posso che esserne felice, visto che ogni volta che qualcuno legge il mio libro si allargano di 16 mq i ghiacciai perenni.

mercoledì 30 agosto 2006 alle ore 12:47:00 CEST  

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