12 agosto 2006

pressione di chiusura

tonino
professione: alcolizzato
disoccupato dal 1955 con esperienza, fortunatamente senza titolo di studio

il biglietto da visita del ristoratore calabro-veneziano l'ho trovato sul tavolo, al rientro dal lavaggio mani.
accento improbabile, occhio sfuggente, definizioni distorte.

orata e seppie con la pasta, prosecco fermo, intiepidito dal sole latitante da giorni.
barche e persone scorrono sopra il canal grande, in prospettiva frontale.

il vino scalda, specie se ricorrente. sembra un algoritmo da calcolatori: se bicchiere uguale vuoto, allora riempi.
il caso base, che provoca il termine del ciclo ricorsivo, è più gastrico che logico-digitale.

le calli si sommano, i campi moltiplicano e prolificano scorci indelebili. si cammina veloci, con mete confuse.
la libreria non può mancare, quella toletta che fa venir voglia di leggere. lì vicino il campo san barnaba, spazio aperto e sornione, che mette a tuo agio.

le nubi si addensano, è incredibile il tempismo. ormai siamo in calle dell'oca, dal marco promesso sposo.
un arancino di riso e pesce male non fa, soprattutto quando serve far fondo all'etile. miscuglio di alcool sotto rotoloni di grigio.

la stazione è ocra, come tutte le stazioni di sera. i binari più remoti, quelli per i treni poco avventurosi, formano un unico colore col cielo.
c'è solo il mio treno, moderno in attesa. indugio sulla porta, che sbuffa pressioni di chiusura. il macchinista mi fa cenno di entrare.
è ora di sedersi e specchiarsi.

i've seen it all through the yellow window of the evening train