16 agosto 2006

carbonio


due birre per cortesia.
il vecchio ascolta con aria assente, si gira lentissimamente e solleva due bicchieri in cui persino l'aquavit norvegese sarebbe stretta.
no, magari, se li avesse un po' più grandi, forse sarebbe meglio.
ci guarda, fa un impercettibile segno, ruota piano il busto e prende due bicchieri normali, da zeroquattro.
mentre fa scendere la birra tenendo inclinato il bicchiere, ragioniamo sull'età. indefinibile. solo l'utilizzo smodato del carbonio14 potrebbe essere d'aiuto. la moglie, se possibile, sembra addirittura più rimbambita.
questi due vecchietti, penso, procedono a braccetto verso l'irreversibile deriva...

attorno l'atmosfera è falso-tirolese triste. legno alle pareti, bancone di acciaio inossidabile, scatola delle brioche-luisone vuota. dietro, mezza dozzina di bottiglie di liquore siedono su mensole impolverate.
in fondo, attaccato alla parete, un calendario, raffigurante una puella nuda che invita all'utilizzo lussurioso delle sue pudenda, stona notevolmente con la sostanziale atmosfera necrotica del locale.
fuori, nuvole gonfie vanno a zonzo osservando prealpi e vallate generate da glaciazioni in ritiro spirituale.

dall'altra parte della strada, il chiostro medioevale. in una delle celle, un vecchio monaco sorseggia caffè lungo.

brandelli di umanità dissociati in aroma di giava.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

0,0 cl
l'unica cosa che salva l'estate é la luce. pupille dilatate e riflessi spigolosi che si smussano con lentezza. anche la birra, a modo suo, é tonda. lo é nel colore, g-i-a-l-l-o, lo é nel modo di entrare in circolo, senza fretta, lo é persino nel gesto stesso di ordinarla guardando altrove, pensando ad altro e senza impegno alcuno.
0,10 cl
pregusto, forse, di bere birra sotto una luce falsamente estiva, in un posto falsamente tirolese, dentro una lentezza falsamente nordestina. quasi fosse agosto e lì, nel chiostro, altra luce, sono solo candele e tasselli di mosaico che odorano di pazienza antica. probabile che il vecchio barista abbia compiuto questi stessi gesti per anni, che abbia rallentato via via, accostando lentamente, attraversando l'attesa. sto pensando che tutte queste facce attorno erano esattamente in questi stessi luoghi anche ieri e dieci anni fa, e venti anni fa e quaranta anni fa. loro erano qui anche prima del dio dirimpettaio e di tutto il suo viavai.
0,25 cl
una meccanica inevitabile di gesti e luoghi e tempi.
ruote dentate che s’incastrano senza attriti.
il cielo è chiuso, muffito, sembra edera sulle vene sottili del fu-uomo barista. sono invecchiato più ad aspettare questa birra - le pulsazioni ed i pensieri accelerati dal pinot e dal soave - che nel corso di tutte le mie vite precedenti. ho salito e risalito i 49 gradini della saggezza, aspettando, recitato a memoria Mantra Vajrayana nel tentativo di trovarmi illuminato di etilica conoscenza.
un getsemani fiorisce di schiuma dalla bocca del rubinetto.
in fondo c’è chi sente il bisogno di acquistare portachiavi all’angolo di un chiostro e chi si genuflette sull’orlo di una pinta. in mistico declino verso la feria del senor Augusto.
0,40 cl
tutto è compiuto.

sabato 19 agosto 2006 alle ore 11:54:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

skål, come si direbbe dalle parti di tromsø...
bello!

domenica 20 agosto 2006 alle ore 10:49:00 CEST  

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