14 maggio 2007

memoria vuota

appena prima dell'alba, scosta leggermente la tenda pesante della stanza d'albergo.
fuori la luce è fredda, come sanno essere freddi i raggi luminosi che rimbalzano a piccole onde sulla superficie del globo, mostrandone la parte che ancora dorme il sonno asciutto dei sogni.
di fronte, un palazzo d'uffici si illumina di pulizie, di pavimenti bagnati e asciugati, di strofinacci imbevuti di chimica e di aspirapolveri roboanti.

chiude la tenda, e la stanza si fa buia.
odora ancora di sonno lasciato a metà.
la sottile lama luminosa, che entra in verticale attraverso la chiusura imperfetta dei drappi alle finestre, consente di sagomare lentamente le lenzuola del letto, la valigia aperta a metà, la giacca scura gettata sopra il tavolo.
si schiarisce la voce.
chiama un nome. una volta, un sussurro, due volte, con tono più deciso, tre volte, con suono fermo.
rimane in ascolto.
sente uno sciacquone del bagno e l'attività di una doccia.
qualcuno, in una stanza sopra la sua, si sta preparando. chi si sveglia a quest'ora lo fa per prendere un aereo. o per tornare a casa, dopo una notte clandestina.

si siede sulla poltrona fredda di cuoio.
chiude gli occhi e riprende a sognare.
filo spinato tra due pali in collina.
scale ripide di una stazione della metro in città.
uno scaffale del supermercato, pieno di vasetti.
poi sono le voci.
voci conosciute, sua nonna, il professore, la ragazza dell'edicola.
lo salutano e lo redarguiscono.
gli dicono stammi bene, fanno discorsi senza capo né termine. frammenti.
lui annuisce, convinto che tutto ha una logica.
poi corre, corre al centro di una strada, in mezzo a fabbriche e negozi chiusi con le serrande.
fotogrammi di qualche film.
pensa che deve correre, sa che deve correre.
pensa anche che sta sognando di correre. che sognare di correre ha un significato preciso. di fuga.

si sveglia, consapevole.
lui ha sempre odiato fuggire.
gli è sempre piaciuto andare, per poi ritornare.

ritornare è bello. si viene salutati, ti chiedono come stai, come è andata.
vogliono immagini e tu porti loro le immagini.
racconti di luci. di incontri. di forme.
parli del colore del cielo, che, quando si è lontani, è sempre di un azzurro che più azzurro non c'è.
della pioggia, che quando si è lontani bagna di più. ma proprio tanto di più. sei fradicio in cinque minuti, visto che non è come da noi, che viene dall'alto. no, quando si è lontani la pioggia arriva orizzontale. a volte anche dal basso, dallo sciaf sciaf delle scarpe che sbattono pozzanghere enormi.
quando si è lontani, poi, le facce sono sempre più belle. delineate. fotogeniche.
e le voci. che dire poi delle voci. possenti, soavi, lievi, flautate. sempre degne di nota, radiofoniche.

racconti e racconti. e vorresti essere di nuovo lì, anche solo per una birra, anche solo per scattare l'ultima foto dal molo con la luce giusta, quella di taglio delle sette di sera.

lui ora si trova lì.
in poche ore sarebbe ripartito. e ritornato.
si sente stanco.

prende la macchina fotografica dalla tasca della giacca.
l'accende, illuminandosi di menu digitale.
bip bip bip.
i cristalli liquidi si colorano, scorrono ricordi recenti, senza protagonisti conosciuti.
poi vengono fotografie più vecchie, altri luoghi, altra compagnia.
cancella foto sfocate, d'istinto. si sbarazza di gei-peg scattati oltre il tempo di sicurezza.
d'improvviso, si rende conto che sta cancellando foto senza nemmeno guardarle.
continua, accarezzando deciso i tasti freddi di metallo sottile.
vede il messaggio di memoria vuota. foto esaurite.
il passato è cancellato.
in una stanza d'albergo, all'alba.
in una città della quale racconterà i colori e l'unicità dei sentimenti.
in un viaggio anonimo che diventerà avventura alle orecchie di chi è rimasto.

la memoria ora è accogliente.
pronta per nuove immagini.
per andare di nuovo.
e, consapevolmente, pronta per ritornare.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Oggi sei piu' nitido e reale che mai, e quasi fa male leggerti. Ma ne vale sempre la pena. Bentornato.

martedì 15 maggio 2007 alle ore 03:49:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

Multisentimentico.
Tante cose in un solo post.

venerdì 18 maggio 2007 alle ore 00:34:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

è fantastico..suoni..immagini..voci distinte e ugualmente indefinite..memoria che presta servizio alla storia e che strappa pezzi di vita,incurante.sempre e comunque lucida..sempre e comunque donatrice,e spesso inopportuna.necessità per l'uomo..proprio per la sua natura umana..documentare,cercare conferme,visi,sguardi,sorrisi..mani ferme o incerte e tremanti..bisogno. di qualcosa che ci faccia venir voglia di tornare,come poter raccontare..bisogno,per nutrire costante amore.vita.è bello il suo scorrere ed è bello il tuo rendere così chiara la natura umana così fragile.grazie.

lunedì 3 settembre 2007 alle ore 23:54:00 CEST  
Blogger Paolo said...

Julie, la tua analisi mi trova partecipe, convinto. Mi piace come hai scritto. Questo è forse il post a cui tengo maggiormente.
grazie, ti aspetto ancora. Scrivimi.
Paolo

martedì 4 settembre 2007 alle ore 00:16:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

capire delle frasi a metà non è da tutti..e io sono convinta che tu mi abbia capita.ti ringrazio,per la tua attenzione nel cercare.Prima ho dimenticato una cosa..la tua memoria vuota è come la pagina zero.ed è strano..perchè il mio gruppo sta lavorndo su un testo che parla esattamente di questo. julie.

martedì 4 settembre 2007 alle ore 00:33:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

dimenticavo ancora..vorrei passare l'intera notte a legger(ti),visto che provengono da TE. in realtà non è corretto dire che avevo dimenticato..perchè è come un flusso di pensieri ininterrotto..e prima la corrente non era giunta a questo punto.julie.

martedì 4 settembre 2007 alle ore 00:37:00 CEST  

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