11 febbraio 2007

banditi

il piccolo aeroporto dello jutland rimane alle spalle, mentre il taxi si immette nel traffico assente del tardo pomeriggio.
la strada prosegue dritta per molti chilometri, nessun incrocio, nessuna precedenza, nessuna emozione.
il navigatore satellitare è acceso e un'inutile linea bianca su sfondo grigio conferma l'assenza di variazioni sul tema.

fuori è buio. gli occhi vengono tirati a milleseicento asa, l'esposizione dura minuti, ma il nero di poco luccicante dalla neve riflessa non permette di associare immagini già note alla sbilenca memoria di chi viaggia ed è stanco.

l'unico hotel è falsamente sfarzoso. una celebrata riproduzione della sirenetta domina il centro della sala, mentre di lato un pianoforte a coda bianco suona silenzi di tasti inviolati.
la strada pedonale del paese è vuota e scivolosa. scarpe pesanti sopra un sottile strato di neve producono rumore di bosco invernale.
negozi chiusi e ombre nascoste aumentano la possibilità che appaiano banditi da dietro gli angoli, che si nascondano feste multicolori dietro le porte, che ci siano sagome disegnate col gesso nei vicoli in penombra dietro la piazza.
fantasie notturne alla ricerca di brio.

il pomeriggio chiaro conduce vicino al mare. acqua, molo, ormeggi, funi tirate. mondo di porto in franchising, condito nell'assenza di odore di pesce e nella presenza costante di colpi gelidi di vento da nord.
il sole non scalda, appoggiato di peso all'orizzonte, sull'indefinito guanciale di nuvole al latte.
una casa di legno dal colore dell'alga è recintata da lunghe tavole bianche striate di umido.
si entra e appare un bancone. dietro, un uomo barbuto osserva e sospetta. di fronte, teste chine, busti che spuntano e spariscono, braccia che si alzano e calano. colpi di bicchieri appoggiati, sovrapposti al suono gutturale di accenti danesi. corpi sulla scena che entrano ed escono repentini, semibiscrome di un formicaio impazzito dedito all'alcool e al fumo passivo.

il buio è gelo e le stelle senza luna illuminano brevemente una pala lontana mossa dal vento.
energia invisibile che si trasforma, si dissipa e si lascia convogliare, con discreta eleganza.

una pallina di lana rossa si è staccata dalla sciarpa e rotola giù dalla schiena, all'insaputa di tutti.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

La chiusura mi ha sorpreso.
E adesso provo un po' di malinconia, ma di quelle piacevoli.

domenica 11 febbraio 2007 alle ore 22:59:00 CET  
Anonymous Anonimo said...

Quanto è bella la Danimarca? C'è la sensazione che ci sia sempre tempo a sufficienza per fare tutto...

lunedì 12 febbraio 2007 alle ore 08:33:00 CET  
Anonymous Anonimo said...

... scivola sulla strada ghiacciata, finchè un soffio di gelido vento la trasporta ai piedi dell'albero spoglio. Il ciuffo di lana è nel becco di chi sta, con fatica, preparando il nido di primvera... l'uovo si schiuderà tra caldi bagliori di rosso.

lunedì 12 febbraio 2007 alle ore 17:02:00 CET  
Anonymous Anonimo said...

il dettaglio si insinua, si fa grande.
avrei voglia di un viaggio.

martedì 13 febbraio 2007 alle ore 10:06:00 CET  
Anonymous Anonimo said...

ripartiamo dai semisuite allora... :)

martedì 13 febbraio 2007 alle ore 12:29:00 CET  
Blogger Paolo said...

broceliande: già, i semisuite waitsiani saranno i nuovi compagni. staremo a vedere, anche se sono già nostalgico...

dony: prosegui pure, la cosa si fa interessante...

sabato 17 febbraio 2007 alle ore 13:36:00 CET  

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