rubino

mare potente, grigio striato, blu seducente.
prende una vecchia cravatta bordeaux, di lana, stretta.
ricordi di vecchi telefilm con automobili dall'unica sirena sopra il tenente che guida fumando.
guarda fuori dalla grande vetrata, vede case rosse di legno e pescherecci parcheggiati a lisca di pesce, con involontaria coerenza.
la sera si accomoda senza mai stare tranquilla.
mantiene il giusto portamento, si incanta della sua propria figura riflessa allo specchio.
prova a rifare un nodo scappino, dimenticandosi quanti giri occorrano per ottenere il triangolo duro, isoscele e perfetto.
si infila la giacca di velluto a coste. la sente pesante sulla tasca sinistra, il vecchio taccuino consunto grava di ricordi e di piccole parole rubate all'istinto.
lo prende in mano e l'apre all'ultima pagina.
'castello di stanze gelide illuminate di perlacea mezzaluna coperta da nuvole grosse e velocemente di passaggio'
non si ricorda quando e dove l'aveva scritto.
prende un bicchiere gonfio di vuoto e lo riempie con il rubino del rioja di navarra.
apre il vetro, si appoggia al telaio della portafinestra.
sorseggia e fa entrare aria di nord, mentre ragiona sul nodo della cravatta troppo stretto per una serata da solo.
5 Comments:
Che classe! Mettersi giacca e cravatta per sorseggiare un bicchiere di vino da solo.
I pensieri non si saranno di certo fermati al nodo.
Dony
Il nodo della cravatta non si dovrebbe allentare mai. La solitudine non va privata di una certa eleganza. Sobri e ubriachi, con stile.
la solitudine è necessaria,mai elegante.
l'eleganza è qualcosa di intimo.
se uno è elegante, lo è sempre, in qualsivoglia situazione.
ma non è il mio caso, io non so fare il nodo scappino.
questo post e questa foto mi sono rimasti dentro nei giorni. grazie.
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