04 dicembre 2006

papille

compagno mitrokhin, Василий Митрохин.
custode di segreti inviolabili.
ti nascondi tra le nostre terre, credendo di non farti notare.
invece eccoti qui, tra noi comuni mortali, sporchi occidentali. bevi vino marcio di terra con l'occhio vigile di chi ha saputo troppo e troppo ha voluto conservare.
ti abbiamo riconosciuto subito, la tua aria pasticciona non scompare con i visti dei passaporti falsi e le credenziali diplomatiche di chi diplomatico non è mai stato.
eri sepolto in russia e sei risorto qui, moderno lazzarone mitomane traboccante di segreti.

il tuo accento è pesantemente veneto. sei bravo tu, a mimetizzarti tra noi. bestemmi, pure. attribuisci identità variabile all'essere divino con fantasia d'archivista russo.
complimenti, davvero.


ti chiedo una foto e me la concedi. ti sei tradito solo una volta, quando mi hai domandato se la foto andrà sul giornale.
ti ho detto che sono un dilettante, che fotografo solo le persone che mi piacciono e che sanno riempire un'immagine.
tu hai gongolato, come facevi con le peripatetiche di nižni novgorod mostrando canini d'oro e dollari americani. ti sei messo in posa, ma non mi sei piaciuto. eri brutto, supponente.
ti ho lasciato finire il discorso con i tuoi finti amici. ricorda che qui da noi non hai amici nelle osterie, solo compagni di bevuta. che ti dimenticano la mattina successiva e ti ritrovano al pomeriggio, raccontandoti di nuovo le medesime storie in piedi di fronte al bancone.

trangugiavi vino come vodka, lasciavi che l'acidulo ti esplodesse nello stomaco senza passare per le papille del gusto.
ti voglio chiedere una cosa. cosa sei venuto a fare qui da noi? non sai che c'è gente che muore per causa tua?
c'è gente che costruirebbe una storia più grande della genesi pur di metterti in mezzo a qualche nome e cognome.
tu, che hai scritto e trascritto sotto una luce fioca, magari da trenta candele come quella del compagno francesco da bologna, hai deciso di rifarti una vita.
io ti ho scoperto, ma starò zitto. non lo dirò a nessuno. ti lascerò vivere tra le persone semplici delle nostre campagne, in serena nescienza.

e sai che ti dico, compagno vasilij? è un segreto, ti prego di non trascriverlo da nessuna parte, almeno questa volta.
ecco, in verità ti dico: adoro i tuoi baffi. sono geometrici, ghiacciaio di pelo brizzolato sul labbro superiore. sono tanti, folti come foreste degli urali e possenti come palazzi di samarcanda, estesi come la tundra siberiana e lunghi come la prospettiva nevskij.
aah, sono esterrefatto.

dimentica, ora. solleviamo i calici.
prosit.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Povero 'compagno' di merende e di bevute e di foto e di risate giù per la collina stretta tortuosa e buia......
:-)

Un bacio, Paolo!

mercoledì 6 dicembre 2006 alle ore 14:46:00 CET  
Blogger mauro said...

beh, non mi resta che accordare la mia balalika elettrica ed esibirmi in un riff in onore del compagno. oppure tornare ad imboccare la strada tortuosa che s'inerpica sino al nido d'aquila che il nostro ha eletto a rifugio. possibilmente in compagnia di amici bevitori ben referenziati.

mercoledì 6 dicembre 2006 alle ore 17:28:00 CET  
Anonymous Anonimo said...

Mi eleggo ad amico bevitore ben referenziato e affezionato compagno di foto e risa...
prosit.

domenica 24 dicembre 2006 alle ore 16:35:00 CET  

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