09 ottobre 2006

profilo

è una vecchia in arte povera, seduta al tavolino più stretto, all'angolo più remoto.
mangia avvolta dal suo cappotto verde, il cappello di lana in testa.
domanda un bicchiere di acqua dal rubinetto alla ragazza mulatta col grembiule.
acqua calda, almeno tiepida.

esce dalla libreria quasi di corsa.
ancora una volta si è innamorato di una libraia. alta magra capelli lisci e viso scolpito da un genio della creazione plastica.
le era caduta una pila di libri appoggiata a terra, ma nessuno l'aiutava.
lui si era chinato, e aveva rimesso sulla pila l'ultimo libro rimasto in disordine.
lei lo aveva ringraziato con un sussurro, senza nemmeno guardarlo.

due anni fa. l'ultima volta che l'aveva vista.
conservava solo una piccola immagine del suo viso. aveva sempre avuto paura a guardarla con attenzione.
ora sta camminando per la città, in una giornata d'argento opaco.
cerca il suo sguardo, si gira ad ogni profilo che potrebbe assomigliarle.
non è lei.
si ricorda la voce e l'effetto che gli faceva. ora desidera solo sedersi ed ascoltarla.

si siede ad un bar e ordina una birra.
piccola, per una qualche forma di autorispetto verso se stessa e la propria malattia.
osserva fuori dal vetro della porta d'ingresso. le pupille si muovono a scatti seguendo i corpi che passano.
come in treno, quando ci si incanta a guardare un punto fisso del paesaggio.

la vecchia finisce di mangiare, lascia una banconota sul tavolo ed esce lentamente.
gira a sinistra, e nota un uomo dall'aria assente che cammina in direzione contraria.

lui sta ancora pensando di tornare in libreria per chiedere informazioni su un libro di cui aveva letto una recensione.
vede una vecchia vestita di un cappotto verde pesante. un po' troppo pesante per la stagione.

ora è sicuro che si tratta di lei. la vede attraverso la porta del bar, dove sta passando quel tipo e quella vecchia con il cappotto verde.
lo sguardo che non si ricordava più è improvvisamente apparso. si appoggia con la fronte al vetro della porta. il collo pulsa.

lei lo vede. rimane con la birra in mano a un centimetro dal piano del tavolo. non può essere lui.
ecco che entra, si dirige verso di lei. avvicina una sedia e le si siede di fronte.

"mangiato bene?" chiede il portinaio alla vecchia che sta salendo lentamente le scale.

"non abbiamo quel libro" gli risponde la libraia dopo aver consultato l'archivio.

"ti chiedo solo di parlarmi" sussurra lui sfiorandole il dorso freddo della mano e guardandole gli occhi ubriachi.


"salvami" si sente rispondere lei.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

sono vite parallele, sono strade che si incrociano, si perdono, si ritrovano.

bello.
poetico.

martedì 17 ottobre 2006 alle ore 10:26:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

trame incrociate, un racconto in filo di scozia o se preferisci, una tabula rasa elettrificata. m.

martedì 17 ottobre 2006 alle ore 15:00:00 CEST  
Blogger tittielameraviglia said...

non ho ancora incontrato chi mi salva da me stessa.

martedì 17 ottobre 2006 alle ore 20:54:00 CEST  

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