denominatore
sono due piccoli uomini, che siedono sul molo lasciando le gambe a pendolo sulle onde.
ragionano intorno alle faccende della vita.
viso rubizzo di chi è stato per troppo tempo a camminare col vento in faccia, in una chiara giornata di pieno inverno.
immagini sovraesposte di freddo in pantone azzurro.
parlano veloci, mangiandosi verbi e aggettivi nella foga del racconto. a volte la conclusione sembra più importante del condimento necessario a raggiungerla.
col tempo impareranno a dosare tempi e sospiri, centellinando vino legnoso e sospirando nubi di fumo.
si credono grandi, i bambini di oggi. l'esperienza vissuta è sufficiente a sentenziare verità.
nulla è irraggiungibile, il loro sistema è fatto di certezze che maturano lungo un percorso obbligato fatto di protezione e carezze.
il buongiorno è felice, aquilone in balia di venti conosciuti che svolazza sopra la testa seguendo spirali di festa.
la buonanotte è oblio rapido. nemmeno il tempo di proiettare la pellicola impressa del giorno appena compiuto, che il sonno arriva e diventa unico attore nel buio sicuro.

uno di loro si troverà molti anni dopo proiettato in avanti, spinto da un peso sulle spalle che non riesce a sostenere senza fare fatica.
continuerà a muoversi, le mani dietro la schiena, per una via nascosta in una grigia giornata d'autunno.
si ricorderà di quando stava seduto sul molo parlando di mondo con l'amico più caro.
sorriderà ripercorrendo con la memoria i discorsi sicuri di chi metteva a denominatore comune la vita e la morte, il cielo e il mare, la luce e il buio, il facile e il difficile.
alla fine concluderà, lacrima su guancia, che sarà meglio prendere fiato e pensare a salire la scala di casa.
odore di minestrone sul fuoco e di pane lasciato bruciare.
presente di lentezza, gesti misurati e ineffabile pazienza di chi pronucia buonappetito affondando il cucchiaio da solo.
ragionano intorno alle faccende della vita.
viso rubizzo di chi è stato per troppo tempo a camminare col vento in faccia, in una chiara giornata di pieno inverno.
immagini sovraesposte di freddo in pantone azzurro.
parlano veloci, mangiandosi verbi e aggettivi nella foga del racconto. a volte la conclusione sembra più importante del condimento necessario a raggiungerla.
col tempo impareranno a dosare tempi e sospiri, centellinando vino legnoso e sospirando nubi di fumo.
si credono grandi, i bambini di oggi. l'esperienza vissuta è sufficiente a sentenziare verità.
nulla è irraggiungibile, il loro sistema è fatto di certezze che maturano lungo un percorso obbligato fatto di protezione e carezze.
il buongiorno è felice, aquilone in balia di venti conosciuti che svolazza sopra la testa seguendo spirali di festa.
la buonanotte è oblio rapido. nemmeno il tempo di proiettare la pellicola impressa del giorno appena compiuto, che il sonno arriva e diventa unico attore nel buio sicuro.

uno di loro si troverà molti anni dopo proiettato in avanti, spinto da un peso sulle spalle che non riesce a sostenere senza fare fatica.
continuerà a muoversi, le mani dietro la schiena, per una via nascosta in una grigia giornata d'autunno.
si ricorderà di quando stava seduto sul molo parlando di mondo con l'amico più caro.
sorriderà ripercorrendo con la memoria i discorsi sicuri di chi metteva a denominatore comune la vita e la morte, il cielo e il mare, la luce e il buio, il facile e il difficile.
alla fine concluderà, lacrima su guancia, che sarà meglio prendere fiato e pensare a salire la scala di casa.
odore di minestrone sul fuoco e di pane lasciato bruciare.
presente di lentezza, gesti misurati e ineffabile pazienza di chi pronucia buonappetito affondando il cucchiaio da solo.
9 Comments:
Ma come mi piace come guardi, Paolo.
Posso mettere il link al tuo sito sul mio blog?
Un saluto solare.
se ti fa piacere, per me va bene.
buona domenica, cecilia.
Delizioso. E'un racconto che trattiene a sé tutta l'esperienza e la saggezza del mare. C'è qualcuno che crede ancora che dal mare si tirano su solo pesci.. invece arrivano anche tante storie!
Notevole il tuo sito, uno dei pochi che ha un'anima.
Ciao
Gianluca
bellissimo e toccante, emozionante e così vivo... grazie.
E' bellissimo. Guardare dentro ad una persona, indietro nel tempo.
Buongiorno Paolo!
non so perché, ma ho la vaga sensazione che potrei essere io tutti e due, oppure potremmo spartirci i ruoli a metà. conosco giusto un paio di posti dove esercitare le nostre rubizze abitudini alcoliche, ma di certo nemmeno a te sfuggono simili dettagli eno-topografici.
gianluca, broceliande, cicala: grazie!
valentina: buonasera! (un po' in ritardo per il buongiorno)
mauro: pensavo a venezia nella prima parte (magari verso fondamenta nove, con san michele di fronte) e ovviamente a "frara" per la seconda parte. il minestrone però te lo pappi, tu. a me fa venire la gastrite. il vino invece mi fa effetto maalox. prosit.
io invece ricordo mio nonno..
sulle spalle il peso della dignità
che nenahce la vecchiaia ha scolorito se pur ha vinto l'azzurro degli occhi lasciando un ceruleo stanco..
le mani di guerra dietro la schiena..
il silenzio muto contenitore sia della gioia che del dolore..
la forza di
sanguefatto di pane grezzo,pannocchie, vino e carne salata
a cui anche Nostra Signora Morte,dedicò un inchino nel vento di Marzo
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