04 gennaio 2007

intervista

segue un'intervista mai fatta e che mai si farà.

- noi siamo una forza riformista.

cioè?

- cioè mettiamo le riforme tra i punti cardine del nostro programma.

le riforme di cosa, mi scusi, onorevole?

- ma è evidente, le riforme dell'intero sistema paese. l'italia ha vissuto per troppi anni come un grande stato di serie b. noi vogliamo promuoverlo, vogliamo renderlo dignitoso nei confronti dei grandi paesi europei e del mondo occidentale.

sì, bene. però non ho ancora capito, scusi, onorevole. sa, sono di zucca dura. poi, mi permetta, io, come italiano mi sento abbastanza dignitoso. voglio dire, non mi sento inferiore ad un tedesco o ad un francese. magari hanno qualche servizio migliore, ma non tanto da permettere loro di avere più dignità di me. mi spieghi meglio. Soprattutto, mi spieghi meglio in che cosa consistono le riforme di cui lei si fa promotore, insieme a tutti i suoi colleghi dell'intero emiciclo parlamentare.

- vede, lei non ha l'intera situazione dell'italia sotto gli occhi. il nostro paese ha bisogno di riforme urgenti, ma soprattutto ha bisogno di forze politiche riformiste, in grado cioè di conoscere e di attuare le giuste riforme, con tempismo, in funzione della loro urgenza e della loro importanza. vede, nei tempi bui della prima repubblica, il sistema dei partiti, quello che viene volgarmente chiamato partitocrazia, promuoveva leggi senza avere lungimiranza, senza un programma per il futuro, senza capacità di previsione. noi, il nostro partito e la nostra coalizione, ci proponiamo di creare un "progetto italia", fatto di riforme urgenti e di leggi mirate, ad hoc, ben consapevoli dei vincoli imposti dal trattato di maastricht e del fatto di essere all'interno del sistema euro. non sono più consentite troppe libertà in termini di politica monetaria, ormai...

aspetti, onorevole, solo un attimo. il suo discorso non regge e le vado anche a dire il perché:
1- non mi sta dicendo cosa vuole riformare...

- ci stavo arrivando, le stavo spiegando appunto...

fermo là, onorevole. mi faccia finire. non mi stava spiegando proprio nulla. dunque, sono arrivato a:
2- lei se non sbaglio apparteneva ai tempi bui della prima repubblica (fa politica da trent'anni) quindi anche lei faceva parte della partitocrazia, senza programmi e senza visioni. in effetti lei stesso mi ha parlato della coalizione di partiti in cui oggi è inserito. quale sarebbe la differenza?
3- non utilizzi l'argomento unione europea come condimento insipido del discorso, per poi dimenticarsene del tutto quando si tratta di aiuti statali e di controlli governativi mirati alla sopravvivenza di aziende ormai destinate a fallire. lei ha usato più volte la parola "riforme" e altrettante volte la parola "urgente o urgenza". non la vedo molto affannato, però...

- lei mi sta innervosendo. non ho più molto tempo da dedicarle, perché devo andare ad una riunione della commissione parlamentare di cui sono presidente. comunque ignoro le sue provocazioni, che so essere in buona fede, e non intendo nemmeno proseguire con la mia spiegazione circa le riforme. mi ripeterei e so che in politica è necessario essere chiari. parlare poco e lavorare molto. ripetendomi creerei solo confusione, mentre è necessario che il cittadino comprenda pochi concetti, ma chiari. sulle riforme vedrà i risultati al momento dell'approvazione dei nostri disegni di legge da parte del parlamento sovrano.

va bene, onorevole. non voglio rubarle altro tempo. solamente un ultimo concetto che lei e i suoi colleghi usate spesso. si tratta di socialdemocrazia di stampo europeo. ecco, vorrei saperne un po' di più sul concetto di socialdemocrazia, e sul perché ci metta lo stampo europeo. si tratta del condimento a cui accennavo prima?

- vede, mi piacerebbe molto aprire un dibattito su questi concetti chiave della politica, non solo nostra, ma in generale di tutto il mondo occidentale. purtoppo il tempo mi manca. le dico solo che, dal punto di vista meramente ideologico, il vero obiettivo di tutte le forze politiche democratiche, siano esse di destra o di sinistra, è quello di trovare il modo di conciliare i principi del liberismo, del libero mercato, della concorrenza volta a creare miglioramento in termini di prodotto, con i giusti dettami del socialismo teorico, dell'aiuto a chi è più debole, della necessità da parte dello stato di fornire ai cittadini i servizi essenziali, la sanità, l'istruzione, le infrastrutture e in generale di fornire loro tutti gli strumenti per farli partire dallo stesso livello. sarà poi il diverso grado di competenza, intelligenza e di fortuna che li differenzierà, ma questo deve prescindere dalle condizioni che lo stato crea per tutti, in modo assolutamente equo e regolato. ecco in che cosa consiste la grande sfida per il futuro e i principi guida del mio partito sono proprio volti a creare le condizioni perché questo grande compromesso venga finalmente attuato. sarà un lavoro enorme, ma abbiamo la forza e l'intelligenza per affrontarlo.

ne sono convinto onorevole. buon lavoro, allora.

- grazie, anche a lei.

1 Comments:

Blogger Paolo said...

mi fa sorridere pensare che questa cosa l'ho scritta almeno tre anni fa. prima, rileggendola quasi per sbaglio, perduta nei meandri del mio hard disk, ho realizzato che è potenzialmente valida anche oggi. e che lo era anche dieci anni fa.

mentivo, all'inizio: non sto sorridendo.

giovedì 4 gennaio 2007 alle ore 17:22:00 CET  

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