20 marzo 2008

pentolino

nel cucinino stretto il pentolino con il sugo di pomodoro emana vapori d'estate.
la pentola dell'acqua bolle fumi di sale e frumento.
al momento giusto si scola la pasta.
si versa sul piatto, si aggiunge il pomodoro caldo.
il parmigiano vola a coprire di candore e di gusto.

il tavolo è grande. preparato con cura.
cena solitaria, osservando fuori dalla finestra il buio della città che dorme.
si versa il vino. si sorseggia.
tepore in gola, giù fino allo stomaco.

ho visto nina volare, canta fabrizio a volume basso.
tra le corde dell'altalena, aggiunge.
poi si interrompe. troppo tardi per la musica. c'è gente che riposa a quest'ora della notte.

rimane il silenzio. e il vuoto di un piatto finito.
altro vino, due dita, quanto basta per la soddisfazione stanca.

acqua che scorre dal rubinetto e bagna l'unico piatto e l'unica posata.
è fredda.

si spegne la luce. si tocca tavolo che è ora di nuovo nudo del suo legno scuro e massiccio.
qualche bagliore arriva dalla finestra aperta.
divano. si allungano le gambe sul tavolino.
la testa si piega all'indietro.

i pensieri volano altrove.
vento che muove pale.
sole inatteso.

di nuovo l'alba.
buongiorno.