06 marzo 2008

ragno

chiudere un pugno, pensando a far male.
chiedere indifferenza, disperando un'offesa.
salvare la vita di un ragno, immaginandosi lui.
definire dettagli, senza un programma.

fare una foto, e non svilupparla.
salire una cima, e non girarsi a guardare.
masticare del pane, senza aver fame.
chiudere la porta, quando fa caldo.

perdere il filo, quando si ha torto.
mostrarsi sicuri, con le gambe che tremano.
domandare il perdono, di chi ha commesso il peccato.
sentirsi smarriti, in una strada ben dritta.

guardare per aria, e non inciampare.
procedere a testa bassa, e scivolare su un sasso.
bere due litri, e sentirsi leggeri.
assaggiare un bicchiere, e vomitare con sforzo.

la testa pesante, i discorsi che frullano.
le mani che sembrano quelle di un altro.
sudare d'inverno e tremare d'estate.
certi di far bene, per poi fallire del tutto.

sostituire la rètina con una pellicola sensibile.
prendere una candela che illumini il buio.
alzare gli occhi e guardare là dietro...

si vedono più cose, va bene, lo ammetto.
sembrano belle, o almeno s'intonano.
ma sono sgranate, c'è tanto rumore.

rumore di sforzo a rendere nitido.
ciò che non sembra, ma è meglio così.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Anche a me, a volte, le mani non sembrano le mie.
Me le metto in tasca, ma non mi sembra di averle in tasca, sono sempre da qualche altra parte.
Probabilmente fra le mani di un altro che ha le mani fra le mie.

Cecilia (baretto, eh?)

venerdì 7 marzo 2008 alle ore 23:42:00 CET  

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