06 settembre 2007

torace

si avvicina, si allontana.
abbassa la testa, la alza nuovamente.
si muove in maniera imperfetta, zoppica, saltella, trascina un piede, è storto con l'anca.
guarda dritto di fronte, c'è il sole che sta tramontando.
attorno la foschia della sera di un giorno d'estate.

ha una strada a destra. una piccola piazza si apre a sinistra.
è in salita. non ce la fa.
si ferma e respira a fondo. tossisce una volta. due. tre.
caverna di rumori è la sua gola. gli sembra di scoppiare.
ma è abituato. sa che passa.
una notte solo aveva sognato di esplodere e di sporcare il muro del vicolo dove dorme di solito.

poi qualcuno avrebbe pulito, con un getto d'acqua sotto la giusta pressione.

passa anche questa volta.
si deve fermare più a lungo. la tosse è stata forte, sa che l'ossigeno richiede tempo per tornare in quantità accettabili.
e per ridare coraggio a tutto l'ingranaggio del corpo.
si morde le labbra. c'è umidità. il sole non c'è quasi più, si è sciolto nell'orizzonte stagnante.
respira col naso. con la bocca. con tutto il corpo.
traspira tossine e malanni.
suda vapori freddi, poi caldi, poi freddi di nuovo.

il viso è bagnato e rosso. deve sedersi.
vede una panchina, la raggiunge, lento e insicuro.
si siede e allarga le braccia e il torace e il sorriso baffuto.
ora è stabile. si sente forte di nuovo.
come quando si faceva scavalcare dalle onde, rimanendo fermo e di spalle, in piedi, senza cadere.
sfidava forze più grandi di lui. e le vinceva.
nel frattempo l'acqua di mare curava piccole ferite, le seccava, richiudeva.

c'è chi canta i perdenti, e adora perdere assieme a loro.
c'è chi adora i forti, e li onora con mille imitazioni.
c'è chi avversa i deboli, e li uccide con metodi veloci.
c'è chi odia i vincenti, e vorrebbe vederli in rovina.

c'è anche chi è indifferente alla sconfitta e alla vittoria.
alla forza e alla debolezza.
c'è chi non piange di fronte ad una musica possente.
non la teme, non si sente tremare le ossa.
c'è chi non prova gioia a tornare, ad incontrare di nuovo.
c'è chi ama e non lo sa, tradisce senza volontà, rifiuta veloce e accetta con garbo altezzoso.
falso, vuoto.
morto.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

sfidare le forze più grandi di noi è un attimo che dura un'eternita..è un attimo,ma continuo,costante..è un attimo..ma basta per mettere alla prova in modo così coraggioso e fragile tutti noi stessi..è un attimo del quale abbiamo bisogno.per sentirci vivi,capaci di resistere ancora..di poter ancora restare fermi,immobili,forti,decisi..contro il potere di una forza,di un peso ,così vero,così complesso..che basta a decidere su noi stessi,sulla nostra assurda vita.... ne abbiamo davvero bisogno. sfidare. anche se il nostro corpo dovesse oscillare,dovesse vibrare,tremare..ma sfidare. e sentirsi ancora immuni.coloro che non tremano sotto il peso di una musica possente non sanno che cosa voglia dire sentirsi immuni,perchè non sentono le ossa tremare.

sabato 8 settembre 2007 alle ore 04:04:00 CEST  
Blogger mauro said...

ecografia pneumo-emotiva di un Frank Zappa da penisola iberica.
una vita spesa a fare vibrare ossa e a sputare respiri.

lunedì 10 settembre 2007 alle ore 13:16:00 CEST  
Blogger GMGhioni said...

Parole che scavano, sempre, nella profondità non solo di te scrittore, ma anche di noi lettori. Difficile restare indifferenti ,se non impossibile. E un gran piacere, ogni volta, a rileggerti.

Con la solita stima che cresce ogni volta un po' di più

Anathea

lunedì 10 settembre 2007 alle ore 19:36:00 CEST  
Blogger Paolo said...

julie: ecco, come al solito sei andata in profondità delle mie parole e dei miei significati nel modo giusto. grazie.

mauro: magari il tipo era chief executive di qualche azienda lì vicino, tipo l'alhambra ltd. non mi stupirei se lo fosse davvero. comunque era abbastanza marcio.

gloria: ti ringrazio, sempre parole gentili le tue. il piacere mio è quello di averti come lettrice.

lunedì 10 settembre 2007 alle ore 20:22:00 CEST  
Blogger Laura said...

Parole che toccano.
Grazie.

martedì 11 settembre 2007 alle ore 21:20:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

Solitamente sono scettico all'abbinamento foto-parole, la vista è sempre dominante e basta a formarsi un percorso mentale così le parole passano in secondo piano, perdono incisività. La foto alla fine invece è una sorta di sorpresa, un confronto con l'immagine creata in noi stessi dalle parole. Devo ricredermi.
Ho visto dagli scatti che sei passato dalle mie parti (Monti Sibillini), spero che la mia terra ti abbia accolto con calore.

martedì 11 settembre 2007 alle ore 21:55:00 CEST  

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