18 giugno 2007

specchiare


le parole si accostano, capovolgendo i significati, creando malintesi in parole opere e omissioni.
soprattutto omissioni.

prende in mano un blocco di pirite.
pulito, perfetto. sembra un enorme diamante argentato.
tante piccole facce lucide, che però non sono in grado di specchiare la faccia che sta guardando.
a cosa serve avere la faccia lucida se chi ti guarda non riesce a vedersi?

si cerca e non si trova, perché non si sa esattamente cosa cercare.
correre, camminare, fermarsi.
raggiungere. ovvero, indugiare per spossatezza.
si raggiungono obiettivi, senza sapere di averne.
si conquistano premi a fatica, sudando, maledicendo, bestemmiando.

suonano gli archi, volano le frecce, si violentano le percussioni.
ci si ritrova ad un concerto notturno, la luna è scorza di limone impallidito.

minuti prima si era altrove.
stanza ipogea, al riparo, inghiottita da un bastione della città che ignora.
tavolo con lampada, drammaticamente contrastata è la luce incandescente.
c'è una faccia, un viso, uno sguardo.
un'espressione, un cenno, un ghigno.
immobile, nervosa, scattosa.
scorrono frasi, la storia si edifica lentamente, creando consapevolezza, logica, trama.
è un monologo d'attrice, di donna, di madre.
è un grido inascoltato. senza eco.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ci vedo l'imprevedibilità e la multivarietà della vita, e l'inevitabile scorrere del tempo, luoghi, situazioni, personaggi, è tutto un incessante susseguirsi...

lunedì 18 giugno 2007 alle ore 23:03:00 CEST  
Anonymous Anonimo said...

bello leggerti compagno Pà

martedì 19 giugno 2007 alle ore 16:30:00 CEST  
Blogger artemisia said...

Un grido inascoltato, senza eco.
Brividi.

venerdì 22 giugno 2007 alle ore 11:10:00 CEST  

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